• Chiesa solidale della Caritas Diocesana di Tortolì e Lanusei
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IL POSSIBILE NELL'IMPOSSIBILE

  

"Qualsiasi comunità della Chiesa, nella misura in cui pretenda di stare tranquilla senza occuparsi creativamente e cooperare con efficacia affinché i poveri vivano con dignità e per l'inclusione di tutti, correrà anche il rischio della dissoluzione (…) facilmente finirà per essere sommersa dalla mondanità spirituale, dissimulata con pratiche religiose, con riunioni infeconde o con discorsi vuoti." (E.G. n.207)

Nessuno di noi può rimanere indifferente alla lettura di una affermazione cosi vera e profonda! La carica della sua verità ci responsabilizza, come Chiesa, ad una seria verifica e ci fa "pro-gettare in avanti". Mi viene in mente uno dei tanti neologismi di Bergoglio, pronunciato durante la giornata mondiale dei giovani a Rio: "balconear". Significa guardare dal balcone senza coinvolgersi, in un atteggiamento di pura curiosità, senza partecipazione, come uno spettatore davanti al quale sta accadendo qualcosa che però non lo riguarda. Per Francesco, la fede è un cammino, dunque movimento, uscita, missione. Come cristiani davanti alle situazioni di povertà non possiamo quindi più stare semplicemente a guardare. Sentiamo rivolto a noi ciò che disse ai giovani di Rio: "Non lasciate che siano gli altri i protagonisti del cambiamento, voi siete quelli che costruiscono il futuro". Dobbiamo quindi essere protagonisti e non spettatori! E' necessario "tuffarsi negli eventi" fino a sporcarsi le mani, superando la prudente distanza "che rischiamo di eleggere a scelta pastorale quando parliamo di carità" come ha scritto Mons. Mura nella lettera pastorale "Sul carro con Filippo". La Caritas diocesana in questo anno pastorale, sollecitata dai continui inviti del Pontefice e pro-vocata dalla lettera pastorale si è messa in ascolto e in movimento verso i più poveri. Grazie allo straordinario lavoro dei Centri di Ascolto e al successivo studio dei dati stiamo avendo una conoscenza del territorio più precisa. Tra i problemi certamente più grandi che continuiamo ad osservare c'è l'estrema povertà economica delle famiglie con la conseguente povertà anche educativa dei minori e dei giovani. Si i giovani. Se non interveniamo, dove e come possibile, saranno i nuovi poveri di domani. Siamo arrivati pertanto a ritenere che le famiglie con figli in età scolare sono sempre più a rischio povertà non solo economica ma anche educativa con un rischio di esclusione sociale sempre più forte. Per povertà educativa intendiamo la privazione da parte dei ragazzi della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni (Definizione coniata da Save the Children). Siamo convinti che povertà economica e povertà educativa sono due facce della stessa medaglia, due povertà che si alimentano a vicenda, che si perpetuano se non si verificano avvenimenti, occasioni, prassi, modalità e comportamenti che ne interrompono il circolo vizioso deteminando un miglioramento della qualità della vita. Quindi abbiamo dedicato la nostra attività di riflessione e studio su questo problema da cui è nato un progetto che abbiamo chiamato INSIEME e che Caritas Italiana ha approvato e finanzato con i fondi dell'8x1000

Nel nostro territorio molti giovani, così come tanti nuclei familiari, sono costretti a partire per cercare lavoro fuori mentre chi rimane fatica a vivere dignitosamente. In queste famiglie in difficoltà spesso ci sono minori o giovani in età scolare che subiscono gli effetti della povertà a cui si aggiunge, in molti casi, il problema della dispersione o dell'abbandono scolastico. La povertà economica familiare si ripercuote non solo nei giovani in età da lavoro ma anche nei minori. La scuola pubblica sempre meno è a costo zero: oltre il materiale per l'attività ordinaria (quaderni, penne, libri) ogni famiglia contribuisce per l'acquisto dell'acqua potabile, della carta, per i viaggi d'istruzione e per la mensa scolastica nel caso delle scuole con il tempo pieno. La mancanza di serenità della famiglia e degli studenti nel sostenere queste spese si ripercuote nella mancata serenità dell'apprendimento dentro e fuori l'aula scolastica. I bambini poveri rischiano di vivere ai margini aggravando la loro condizione. A tutto questo si aggiunge un altro dato allarmante: l'aumento del numero di studenti a cui, dalla terza classe della scuola primaria, vengono diagnosticati i problemi specifici di apprendimento quali disgrafia, dislessia, discalculia e disortografia. In Ogliastra, zona ad alta omegeinità genetica, (pur terra di centenari / blue Zone) la prevalenza di questi disturbi risulta quasi doppia rispetto al resto d'Italia. Questi studenti non sempre hanno la possibilità di avere un supporto personalizzato durante le lezioni o a casa. Questo aggrava maggiormente la situazione, facendo vivere l'esperienza scolastica come un peso o una sconfitta personale. La povertà educativa si manifesta davvero in tante forme. Il nostro impegno attraverso questo progetto, con azioni distinte ma complementari vuole determinare un cambiamento positivo soprattutto per chi vive una condizione di svantaggio economico e sociale con conseguente solitudine ed emarginazione.

In tanti casi la Caritas Diocesana è venuta in soccorso con interventi che hanno supportato le famiglie con piccoli sussidi economici ma senza "aggredire" veramente il problema. Gli interventi sono rimasti così disomogenei e non inseriti in una presa in carica globale e continuativa. Con INSIEME vorremo invece fare interventi più integrati prendendo in carico le situazioni che riteniamo più bisognose di aiuto. Concretamente siamo partiti dall'individuare le famiglie che a causa della mancanza di lavoro, sperimentano anche povertà educativa e forte marginalità sociale. Tra queste ne abbiamo scelto 5 che stanno iniziando un percorso speciale di aiuto e condivisione attraverso azioni specifiche. A 5 componenti di queste famiglie, uno per ciascuna, viene data la possibilità di essere inserito al lavoro nella Fattoria sociale "Giardini della Fraternità" gestiti dalla Cooperativa Sociale Amos, emanazione della Caritas diocesana. Per il lavoro agricolo svolto nel terreno, ogni componente inserito, riceve un assegno mensile per tutti i 12 mesi della durata del progetto. Il progetto di inserimento lavorativo potrà continuare nel tempo attraverso la sostenibilità del lavoro stesso. L'inserimento al lavoro, oltre che un sostegno economico, offre accompagnamento e vicinanza a tutto il nucleo familiare; offre ascolto e attenzione, possibilità di riassaporare il gusto della dignità e dell'impegno per uno scopo, possibilità di apprendere un mestiere o rafforzare le proprie conoscenze e competenze al fine di poterle rimettere in campo anche oltre la fine del progetto, nella stessa sede di lavoro o in altri luoghi. Avere un lavoro e un reddito minimo permetterà di uscire dalla condizione di povertà assoluta e di assoluta dipendenza da altri. Nello stesso tempo, i programmi di inserimento lavorativo "si spingono" oltre la persona, fino ad arrivare alla casa, alla famiglia, con lo scopo di trasferire un messaggio di ri-abilitazione che incida anche nella vita dell'intero nucleo familiare. Come già accennato, spesso la povertà economica nutre la povertà educativa dei componenti la famiglia. Attraverso il progetto INSIEME si prendono per mano i ragazzi, facenti parte delle 5 famiglie individuate, al fine di supportarli nel percorso scolastico ed extrascolastico. In programma anche l'apertura di uno spazio fisico denominato UmanReLab: Laboratorio di Relazioni Umane. Questo spazio fisico e temporale, che è stato individuato dentro la città, è gestito da un'equipe formata, costituita da persone e professionisti che vivono l'esperienza cristiana attivamente e la cui formazione umana e professionale è caratterizzata dall'impegno civile e pastorale. Questo spazio ha degli elementi distintivi. E' prevista infatti l'accoglienza di bambini, ragazzi e giovani in orario extrascolastico per attività di supporto scolastico ed extrascolastico e l'accoglienza degli stessi genitori che cercano supporto, possibilità di dialogo e confronto e vogliono mettere a disposizione il loro tempo e la loro esperienza per aiutare altri genitori e regazzi. In un contesto sociale in cui sempre più le relazioni comunitarie vanno affievolendosi e disintegrandosi, questo spazio, si pone come altro punto, insieme alle Parrocchie, dove genitori e figli possono trovare persone pronte ad accogliere, ascoltare attivamente, promuovere e sviluppare relazioni e reti tra famiglie e tra figli. Una particolare attenzione sarà riservata agli studenti con problemi di apprendimento: dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia. Attraverso personale specializzato, in accordo con insegnanti e Asl si definiscono piani personalizzati e azioni collettive di sensibilizzazione. Lo spazio di coworking UmanReLab è il luogo poi per lo sviluppo di idee che possono generare, grazie alla creatività e all'energia dei giovani, bene e benessere per la comunità. Da questo spazio e dall'insieme delle persone che lo frequentno possono attivarsi buone prassi da replicare nelle parrocchie e nei gruppi di volontariato. E' intenzione della Caritas diocesana stabilire un contatto con almeno una scuola del territorio con una proposta attiva di coinvolgimento dei ragazzi, delle famiglie e degli insegnanti. Una piccola opera ma un grande segno.

don Giorgio Piero Cabras

  • "Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere Te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso". (Beata Madre Teresa di Calcutta)

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Estratto dalla lettera
pastorale "Sul carro con
Filippo" di Mons.
Antonello Mura

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